Kintsugi

 


Rita Scarpelli - Luna Kintsugi


Un silenzio teso

saturava l’aria
che ci circondava.
Nascosto dalla musica
dell’abitacolo

che sfrecciava.
Da solo volevo fuggire 
perché troppo peso 
quel silenzio portava.

È un muto mistero
quella seconda pelle
che le ferite ti protegge
Cerca la luce, dissi 
nel taglio del vaso

che solo il tuo oro riparerà. 
E negli spigoli tra le mani

l’aria del mattino fresco
all’improvviso fischietterà. 

Sogno numero cinque

 
Rafal Olbinsky - Sea lavender

 

C’era un giardino
in riva a un mare
rigoglioso di foglie
ma nudo di fiori

C’era un balcone
di pietra bassa
come bastione

fermava il mio passo

C’era un istrice
con gli aculei abbassati
dilemma pandemico

della giusta distanza

C’era una primavera
che odorava di sole
ma i raggi erano spine
le spine erano aghi

C’era un varco
che mi portava lontano 
dai fiori caduti

del sogno iniziale

Vita quotidiana


yyurize (Yuri Alfieri) - Globo

Scivolano i giorni 
d
ella vita quotidiana

raccontano storie 
di gesti ripetuti

di sonno e silenzio
del caffè del mattino 

di vergogne nascoste
di dita nel naso 

di una mente assorta

negli altrui affanni 

di cipolla sul fuoco 
di gesti d’amore


quando tu mi guardi
quando io vi vedo

di un cuore che batte
e segna il tempo
 
algoritmo nascosto 
che governa  il viaggio

Nel blu


Osvaldo Licini - Amalassunta su sfondo blu

 

Sospeso
come un fazzoletto
che sembrava volasse
ti portava
il tuo respiro ventilato
senza che cadessi

Nero
un vento di tempesta
ti accompagnava,
bianco
quel polmone stanco
si sgonfiava

Ora viaggi
dentro un orizzonte 
pieno di blu

dove gli occhiali 
sulla punta del naso

non ti servono più 

COVID-20

 


Alessandro Siviglia - Coronavirus

 

Le punte
delle onde
elettrocardiache
oscillano,
insistenti e
lunari

I tuoi 
sbalzi 
d’umore

cavalcano 
su antiche

rovine

Quel gioco 
sul bordo

del ponte
ci sfinisce,
silenzioso e
crudele. 

Elegia


Osvaldo Licini - Amalassunta

Quattro fiori
bianchi di neve
salivano in cielo
nel sogno mattutino.

Erano lanterne
di carta di riso
stampata con il silenzio
dei tuoi giornali.

Sei sparito
in una nuvola di novembre 
tra le parole e i numeri

che ti facevano compagnia.

Nel fondo dei miei occhi
la solitudine di un sorriso
lasciato tra gli alberi
di un giorno d’estate.