Lali Puna live in Verona, 12 aprile 2019

Si può ascoltare la musica elettronica senza riuscire a star fermi? Assolutamente sì: Move on (è proprio il caso di dirlo!) se sei a un concerto dei Lali Puna (e, potremmo dire, se si è rimasti in piedi fino alle 23,15 in attesa dell’inizio :)).
Dopo il tour dello scorso anno, la band tedesca è ritornata in pista per festeggiare il ventennale dell’uscita del primo album Tricoder (come dimenticare 6-0-3?), toccando il Kroen di Verona in coincidenza del nuovo interessante EP Being water.
La musica indietronica, loro marchio di fabbrica, è un tappeto sonoro di armonie, fatto di atmosfere soffici e scratch improvvisi, campanellini infantili e echi ritmici, nel quale il gruppo galleggia e ci fa galleggiare, attraverso le tastiere di Christian Heiß , con il supporto ritmico di una batteria incalzante e senza sosta, vera macchina da guerra, suonata da Christoph Brander. 
Valerie Trebelijahr (frontwoman di origine coreana, voce e tastiere) è al centro della scena, illuminata alle spalle da una sorta di aurea luminosa: guida la band e ci accompagna con voce sussurrata, sorrisi accennati e modi gentili, nel cuore electro pop della sua musica, da Scary World Theory (utilizzata da Paolo Sorrentino nella colonna sonora de Le conseguenze dell’amore), a Deep Dream, da For Only Love fino a chiudere il concerto con Two Windows
Il trio non si è risparmiato, suonando fino all’una di notte nonostante arrivasse da Monaco, dove avevano suonato la sera prima: solo verso la fine del concerto Valerie ha timidamente chiesto al pubblico se il centro città non fosse troppo lontano, lasciando trapelare un momento di stanchezza, che strappato ancora una volta l’affettuoso applauso del pubblico. 

Low live in Padova, 5 aprile 2019

Dopo un’attesa che sembra infinita, si diffonde nei frattali della sala dell’Hall di Padova (attrezzata per l’occasione di sedie blu) la musica oscura e avvolgente dei Low, accompagnata dalle loro ombre sullo sfondo, lunghe e mobili.
Alle spalle dei musicisti statunitensi (del Minnesota), durante il concerto, tre schermi verticali accompagneranno i suoni, con immagini sfuocate, colorate, sgranate o ingrandite, come se fossero telefoni cellulare che mantengono un contatto visivo con un pubblico entusiasta, tenendolo ancorato alla realtà.
Esili e sfuggenti, melodici e dissonanti allo stesso tempo, i Low procedono nel concerto come un gigante dai passi lenti e pesanti, coinvolgendo inesorabilmente gli spettatori, anche ferendoli con raffiche di musica e luci che improvvisamente li illuminano.
Così, la rappresentazione artistica e sonora che il gruppo propone, racconta, anche politicamente, i nostri tempi oscuri e incerti.
Restano bellissimi e evocativi gli intrecci delle armonie vocali tra la batterista e cantante del gruppo, Mimì Parker, e il chitarrista, front man e voce (oltre che marito) Alan Sparhawk. Il trio si completa con il bassista Steve Garrington, che sigla l’incalzare ritmico della band.
Un’ora e mezza di musica indimenticabile, che spazia fino all’ultimo album, “Double negative“, con “Always trying to work it out” e “Fly” che lasciano senza fiato.
Marco e Enrico